Intendo presentare qui due aziende leader nei settori rispettivamente degli impianti per l’agricoltura - Romagna Impianti - e del fotovoltaico - Eco Energia, con le quali ho avuto il piacere di collaborare per l’avvio di un piano marketing e comunicazione legato al nuovo progetto iGreen System - evoluzione tecnologica per l’ambiente. Un progetto nato dalla sinergia delle due realtà aziendali unite da una stessa visione e dall’obiettivo di garantire un servizio innovativo di fornitura di soluzioni tecnologiche dedicate alla sostenibilità ambientale e agronomica. La prima iniziativa si concretizza nella progettazione e realizzazione di impianti Agrivoltaici. (continua dopo la foto) Ma cos’è l’Agrivoltaico e come funziona? E’ una nuova tecnologia finalizzata ad aiutare le imprese agricole a produrre energia pulita sui terreni, mantenendo la possibilità di continuare a produrre i beni della terra. Già, perché ormai lo sappiamo tutti che la terra non dovrebbe mai essere sacrificata a fronte della mera produzione di energia!
Insomma, una bella opportunità, sia per le aziende agricole (per diversificare le entrate), sia per la tutela del nostro patrimonio nazionale agricolo/ambientale (cercando di invertire il processo crescente dell’abbandono dei terreni): produzione agricola e produzione di energia elettrica su una stessa superficie, utile per la produttività e per l’ambiente. Ciò che contraddistingue iGreen System nel panorama dell’Agrivoltaico è in particolare una consolidata esperienza in fatto agronomico, tale da favorire nel metodo adottato la primaria esigenza delle colture (e la selezione di quelle più appropriate, tra colture esistenti e quelle da avviare). iGreen System srl è in grado di accompagnare le imprese in ogni fase: dalle consulenze preliminari autorizzative e amministrative (inclusi incentivi, PNRR, ecc.), fino all’assistenza post-vendita, attraverso l’impiantistica integrata a soluzioni tecnologiche e digitali innovative. Per iGreen Ssytem srl, Imola BO: progettazione logo e comunicazione integrata, web e cartaceo. Agrivoltaico 2023, Agrivoltaico PNRR, Agrivoltaico incentivi Italia, transizione energetica, iGreen System https://www.igreensystem.com L’Agrivoltaico: https://www.igreensystem.com/agrivoltaico/ https://www.romagnaimpianti.net/ https://www.ecoenergiaweb.it/www/index.html Lorenzo Marabini Consulente marketing e comunicazione
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“Non usare l’energia è l’energia più economica”. Le recenti parole del vicepresidente della Commissione Europea, responsabile del Grean Deal, Frans Timmermans, hanno fatto un certo scalpore. Sembrano giustificare gli attuali drammatici prezzi dell’energia come incentivo necessario e forzato alla transizione ecologica.
E’ vero che se vogliamo risolvere i problemi della nostra dipendenza dai combustibili tradizionali (esaurimento, reperibilità, squilibri geopolitici/dipendenze transnazionali, inquinamento, etc..), qualcosa dovremmo pur fare… Sarebbe bello, però, agire in condizioni meno drastiche. Se si considera il “non usare l’energia” da combustibili fossili - a favore di un maggiore utilizzo di energie alternative (solare, eolica o idroelettrica) - è interessante notare come questo orientamento stia già apportando grandi benefici ad alcuni Paesi del mondo (tra gli altri, scopro con sorpresa il modello Grecia, o il Marocco che si colloca tra i leader nel settore delle rinnovabili dell’area MENA). Certamente la produzione di questa energia non è aliena a sua volta da altre criticità, come per esempio il reperimento e lo sfruttamento di nuovi tipi di giacimenti minerari. Ma questa è un’altra storia, che qui ora non approfondisco. Il “non usare energia” in termini assoluti (che poi in realtà trattasi di risparmio energetico), è un altro aspetto delle ambizioni “green” che sottopone la ricerca scientifica e tecnologica ad altre sfide. In un’ottica sana, il mondo dovrebbe guardare con sempre maggiore attenzione a quel tessuto produttivo impegnato a investire sulle idee che alla fine contribuiscono a migliorare le condizioni di vita della collettività. Penso affascini tutti lo scoprire quali di queste idee migliori verranno considerate tali nell’ambiente e nel periodo storico che stiamo vivendo in base al classico sistema darwininano della “selezione naturale” che in teoria governa tutta l’esistenza. E il bello delle fiere è spesso proprio quello di manifestare/conoscere gli sforzi aziendali dell’ingegno. In risposta all’esigenza dell’ottimizzazione delle energie nel settore dell’edilizia in particolare, una nostra ricognizione al SAIE Bologna, la fiera delle Costruzioni, Progettazione, edilizia, impianti ha offerto una bella panoramica a riguardo. Ho trovato idee made in Italy per il benessere e la salute collettivi in termini di efficienza energetica e minor impatto ambientale con soluzioni innovative, sia per la realizzazione, sia per l’utilizzo di edifici privati e pubblici. Tra le molte proposte, la nostra attenzione è stata attratta da:
Mondo produttivo e Sostenibilità. Senza Cultura (anche aziendale) non si va da nessuna parte. Per un’Europa sostenibile, ricordo un’interessante discorso del Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen tenuto il 24 sett 2020 al Parlamento Europeo. Era la presentazione del progetto di istituire una nuova Bauhaus (la leggendaria scuola internazionale fondata in Germania nel 1919 da Walter Gropius), riconoscendo il grande apporto dei creativi (e delle imprese creative) per riprogettare le nuove esigenze che dovremmo affrontare collettivamente. Cultura e Sostenibilità saranno i due parametri, strettamente connessi, da cui ripartire: «Istituiremo una nuova Bauhaus europea, uno spazio di co-creazione in cui architetti, artisti, studenti, ingegneri e designer potranno lavorare insieme» […] «I nostri attuali livelli di consumo di materie prime, di energia, acqua, cibo e suolo, non sono sostenibili. Dobbiamo cambiare il modo in cui trattiamo la natura, come produciamo e consumiamo, viviamo e lavoriamo, mangiamo e ci riscaldiamo, viaggiamo e trasportiamo», ha aggiunto la politica tedesca, lasciando intendere che i piani per la ripresa non potrà riguardare solo l’ambiente o l’economica ma anche la cultura. «Dobbiamo trovare un’estetica specifica per questo cambiamento di sistema», ha continuato von der Leyen. Anche le città per come le conosciamo hanno sempre modificato il proprio aspetto nella storia. Si sono espanse, hanno cambiato l’urbanistica in base alla mobilità, alla produzione manifatturiera, agli scambi commerciali, etc.. Da un lato occorrerà sempre più conservare e mantenere i monumenti preziosi, dall’altro bisogna immaginare come anche i centri urbani e le soluzioni abitative in generale dovranno cambiare per il bene della collettività. Lorenzo Marabini Al piacere di ricevere un incarico di comunicazione e marketig per un'attività in Emilia Romagna, si è aggiunta la sorpresa di riscoprire una storia antichissima di civiltà e lavoro... assolutamente da valorizzare come punto di forza dell'identità aziendale.
Con la progettazione/restyling del logo ho voluto riproporre l’immagine-simbolo di un passato che non esiste più - se non nella tradizione di un luogo, nella stratificazione del tempo cronologico e mentale - in combinazione con la modernità (ed efficienza) della struttura, dove una volta era attivo un “maglio”... HOTEL e RISTORANTE “IL MAGLIO”, Imola (Bologna) Perché “il Maglio”…? Cos'è un "maglio"? E’ una storia molto antica e interessante. In epoca romana venne creata artificialmente una diramazione del fiume Santerno - che attraversa Imola (Bologna) - per irrigare i campi coltivati a Nord-Est lungo la via Selice, dove si trova l’ Hotel e Ristorante "Il Maglio". In seguito, in epoca medievale, su quel corso d’acqua vennero costruiti una ventina di mulini, tanto che prese il nome di “Canale dei Molini”. Ma non tutti erano destinati alla molatura del grano, per ottenere la farina. Alcuni mulini sfruttavano la forza cinetica dell’acqua per far funzionare macchinari automatici pre-industriali come segherie o grandi martelli, chiamati appunto “magli”, destinati alla forgiatura dei metalli: il ferro battuto serviva per creare attrezzature agricole, armi, cancelli, ecc…; mentre il rame veniva usato per fare le pentole o altri attrezzi da cucina. Ecco, qui in questo luogo c’era proprio un mulino dotato di maglio e un forno ad alte temperature (per scaldare i metalli) funzionanti fino a non moltissimi anni fa. Tutto questo è rimasto nella memoria, a ricordarci della nostra civiltà e delle nostre tradizioni. Il mondo è cambiato e continua a farlo. Oggi, qui non si fanno più le pentole di rame… ma è tornato un forno e sono tornate le pentole per alimentare una grande passione per l’ospitalità e per la ristorazione tradizionale dell’Emilia Romagna… Una passione nata dalla volontà di una bella famiglia nel “forgiare”(modellare) la migliore permanenza a Imola - città strategica per la sua posizione in Emilia Romagna, sia per il business, sia per le vacanze e lo svago. Benvenuti in questo mondo e.. buona permanenza! :) Lorenzo Marabini Consulente Marketing e Comunicazione (Imprese e Territorio) Per vedere un maglio in movimento, ho trovato su YouTube questi VIDEO davvero interessanti: - https://www.youtube.com/watch?v=dLvM9GQf1p4 (maglio ancora funzionante in Valle Camonica BS www.segnoartigiano.it) - https://www.youtube.com/watch?v=zyI6z1Ey6ns (modellino di www.mondopresepi.com) Con piacere annuncio l'avviamento della collaborazione con Andrea Marchetti per la sua linea "La Corte dei Miracoli" in un progetto (in divenire) di Comunicazione e Design nel settore enologico. Qui la prima etichetta nobilitata per la "La Corte", una sintesi di produzione colta e consapevole della Romagna 100%: due vitigni (trebbiano ed albana), tre tipi di terreno (alluvionale di pianura, argille rosse delle prime colline, marnoso arenaceo di alta collina) e cinque microvinificazioni a formare la massa finale... Ed è soltanto l'inizio! Vino italiano prezioso, vino dell'Emilia Romagna. L'Italia è tutta meravigliosa... Ogni angolo ha una storia, ogni territorio ha un sapore, ogni bellezza è unica!
Lorenzo Marabini Consulente Marketing e Comunicazione - #vino #emiliaromagna #romagna #touritaliano #vinoitaliano #italianwine #italianstyle #marketing #comunicazione #imprese #artigiani #packaging #packagingpersonalizzato #graficapersonalizzata #etichette #etichettevino #etichettepersonalizzate Se avete un’impresa o un progetto, ho trovato in “da Zero al BRAND” di Daniela Bavuso e Natale Cardone un manuale/guida molto utile sia per chi abbia esperienza di gestione di un brand e voglia rivedersi con spirito critico comprendendo l’ordine dei processi e il collegamento tra tutte le azioni strategiche e pratiche (produttive e comunicative), sia per chi voglia cominciare dall’inizio con nuove iniziative, ben oltre l’adozione di “strategie di apparenza”.
Mi ha incuriosito leggere che “non sempre è sufficiente essere esperti di un settore specifico, avere contezza del clima e del contesto. A volte non basta l’istinto”. Così, mi va di scriverne una personale opinione. Il testo offre una vasta panoramica di schemi, strumenti, esercizi e casi studio di riferimento, ma quello che ho trovato ulteriormente interessante è come suggerisca di operare sempre nel rispetto delle proprie inclinazioni attraverso un percorso opposto all’apparenza e contrario all’obbligo di conformarsi ai trend, alle mode, anche tecnologiche “solo perché lo fanno gli altri”; il che non significa certo non dover sapere cosa succede intorno. Condivido quindi la necessità di agire in profondità in ambiti che richiedono sforzo intellettuale e sensibilità nel saper osservare e ascoltare (i “dati”, ma non soltanto quelli) per ricavarne strumenti utili all’individuazione del valore e alla definizione dell’identità aziendale - a loro volta indispensabili guide per il posizionamento sul mercato e per le strategie di comunicazione. Ci viene inoltre ricordato che il sapersi adattare è un altro atteggiamento necessario, non solo sul mercato in termini economici, ma anche propriamente su un piano ideale, “filosofico”. Noi tutti abbiamo sempre sentito parlare di “filosofia aziendale”. Ma quando ci si riferisce alla filosofia, occorre intanto ricordarsi che questa disciplina già da tanto tempo non cerca più una “verità” assoluta per sempre, ma trae oggi le proprie conclusioni (di “verità” temporanee) dall’interpretazione di molte variabili: percezioni, punti di vista e cultura presente e passata in relazione ai continui cambiamenti. Non che uno debba saper per forza di filosofia, ma dovrebbe avere quella predisposizione mentale per interpretare i tempi. Leggo infatti su “da zero al Brand” che “La filosofia aziendale è il vero specchio della cultura, della sensibilità, della capacità imprenditoriale, dell’identità e del potenziale di crescita della stessa impresa per orientare il posizionamento sul mercato e la comunicazione”. E tutto questo col Brand che c’entra? E poi, in fondo, cosa è un Brand? Leggo ancora: “Il brand è un costrutto, un rappresentazione olistica, un insieme di caratteristiche durevoli e riconoscibili fondamentali; ma con caratteristiche adattive con possibilità di evolversi nel tempo, attualizzandosi costantemente agli occhi del consumatore”. Quindi, “I brand nn sono affatto passivi nel meccanismo di creazione di trend culturali e non sempre fanno proprio il cambiamento una volta che questo è avvenuto nella società, ma molto spesso ne sono gli artefici. […] la capacità di riconoscere i valori importanti è un passaggio obbligato nel processo di ricerca della competitività ed è altrettanto fondamentale, pena il fallimento, anticipare il cambiamento prima di tutti, sfruttando mezzi a disposizione in ogni preciso periodo storico.” Sarà un caso che in questo periodo storico gli umanisti (i filosofi e i letterati, per la loro capacità di visione ampia sulle possibili ramificazione di campi specifici) suscitano sempre maggiore interesse da parte delle aziende produttive più evolute? Si sappia però anche che “alcune attività che si reputano appannaggio solo delle grandi aziende, invece aiutano a supportare le operazioni di decision making strategico di tutte le aziende.” (Va anche detto che per farsi comprendere dai meno esperti, un eccessivo anglicismo a volte può risultare fastidioso e poco appropriato, almeno secondo la mia opinione). E’ quindi “un errore concentrarsi sulla comunicazione per produrre un’immagine soltanto esteriore che ti distoglierà dall’opportunità di trovare uno stimolo per approfondire i punti deboli del tuo posizionamento" e ti distrae dal migliorare davvero la tua impresa, il tuo prodotto, la tua offerta sul mercato. Ognuno applicherà in modo autentico le proprie strategie - che richiedono però tempo - in base alle proprie inclinazioni. Trattare un brand è allora come parlare di una persona che cresce, si relaziona e cambia. La comunicazione non è un orpello, ma fa pienamente parte del management aziendale e lo valorizza continuativamente. Se siete in una delle seguenti situazioni allora questo libro può fare al caso vostro: state costruendo un nuovo Brand; volete creare interesse e visibilità per la vostra attività; vivete un passaggio generazionale o una crisi di comunicazione; avete un profilo “impegnato” (su temi sociali, ambientali, ecc…) e volete farlo sapere; producete un impatto positivo sul mercato che non emerge in comunicazione; siete in fase di revisione del modello di business; volete essere competitivi producendo impatto pubblico. Lorenzo Marabini Edizioni LSWR - Modelli di Business https://www.edizionilswr.it/product-category/modelli-di-business/ https://www.dazeroalbrand.it/ |
Autore del BLOGLorenzo Marabini consulente marketing e comunicazione, content media e video producer per Imprese e Territorio. Archivi
October 2022
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