Se avete un’impresa o un progetto, ho trovato in “da Zero al BRAND” di Daniela Bavuso e Natale Cardone un manuale/guida molto utile sia per chi abbia esperienza di gestione di un brand e voglia rivedersi con spirito critico comprendendo l’ordine dei processi e il collegamento tra tutte le azioni strategiche e pratiche (produttive e comunicative), sia per chi voglia cominciare dall’inizio con nuove iniziative, ben oltre l’adozione di “strategie di apparenza”.
Mi ha incuriosito leggere che “non sempre è sufficiente essere esperti di un settore specifico, avere contezza del clima e del contesto. A volte non basta l’istinto”. Così, mi va di scriverne una personale opinione. Il testo offre una vasta panoramica di schemi, strumenti, esercizi e casi studio di riferimento, ma quello che ho trovato ulteriormente interessante è come suggerisca di operare sempre nel rispetto delle proprie inclinazioni attraverso un percorso opposto all’apparenza e contrario all’obbligo di conformarsi ai trend, alle mode, anche tecnologiche “solo perché lo fanno gli altri”; il che non significa certo non dover sapere cosa succede intorno. Condivido quindi la necessità di agire in profondità in ambiti che richiedono sforzo intellettuale e sensibilità nel saper osservare e ascoltare (i “dati”, ma non soltanto quelli) per ricavarne strumenti utili all’individuazione del valore e alla definizione dell’identità aziendale - a loro volta indispensabili guide per il posizionamento sul mercato e per le strategie di comunicazione. Ci viene inoltre ricordato che il sapersi adattare è un altro atteggiamento necessario, non solo sul mercato in termini economici, ma anche propriamente su un piano ideale, “filosofico”. Noi tutti abbiamo sempre sentito parlare di “filosofia aziendale”. Ma quando ci si riferisce alla filosofia, occorre intanto ricordarsi che questa disciplina già da tanto tempo non cerca più una “verità” assoluta per sempre, ma trae oggi le proprie conclusioni (di “verità” temporanee) dall’interpretazione di molte variabili: percezioni, punti di vista e cultura presente e passata in relazione ai continui cambiamenti. Non che uno debba saper per forza di filosofia, ma dovrebbe avere quella predisposizione mentale per interpretare i tempi. Leggo infatti su “da zero al Brand” che “La filosofia aziendale è il vero specchio della cultura, della sensibilità, della capacità imprenditoriale, dell’identità e del potenziale di crescita della stessa impresa per orientare il posizionamento sul mercato e la comunicazione”. E tutto questo col Brand che c’entra? E poi, in fondo, cosa è un Brand? Leggo ancora: “Il brand è un costrutto, un rappresentazione olistica, un insieme di caratteristiche durevoli e riconoscibili fondamentali; ma con caratteristiche adattive con possibilità di evolversi nel tempo, attualizzandosi costantemente agli occhi del consumatore”. Quindi, “I brand nn sono affatto passivi nel meccanismo di creazione di trend culturali e non sempre fanno proprio il cambiamento una volta che questo è avvenuto nella società, ma molto spesso ne sono gli artefici. […] la capacità di riconoscere i valori importanti è un passaggio obbligato nel processo di ricerca della competitività ed è altrettanto fondamentale, pena il fallimento, anticipare il cambiamento prima di tutti, sfruttando mezzi a disposizione in ogni preciso periodo storico.” Sarà un caso che in questo periodo storico gli umanisti (i filosofi e i letterati, per la loro capacità di visione ampia sulle possibili ramificazione di campi specifici) suscitano sempre maggiore interesse da parte delle aziende produttive più evolute? Si sappia però anche che “alcune attività che si reputano appannaggio solo delle grandi aziende, invece aiutano a supportare le operazioni di decision making strategico di tutte le aziende.” (Va anche detto che per farsi comprendere dai meno esperti, un eccessivo anglicismo a volte può risultare fastidioso e poco appropriato, almeno secondo la mia opinione). E’ quindi “un errore concentrarsi sulla comunicazione per produrre un’immagine soltanto esteriore che ti distoglierà dall’opportunità di trovare uno stimolo per approfondire i punti deboli del tuo posizionamento" e ti distrae dal migliorare davvero la tua impresa, il tuo prodotto, la tua offerta sul mercato. Ognuno applicherà in modo autentico le proprie strategie - che richiedono però tempo - in base alle proprie inclinazioni. Trattare un brand è allora come parlare di una persona che cresce, si relaziona e cambia. La comunicazione non è un orpello, ma fa pienamente parte del management aziendale e lo valorizza continuativamente. Se siete in una delle seguenti situazioni allora questo libro può fare al caso vostro: state costruendo un nuovo Brand; volete creare interesse e visibilità per la vostra attività; vivete un passaggio generazionale o una crisi di comunicazione; avete un profilo “impegnato” (su temi sociali, ambientali, ecc…) e volete farlo sapere; producete un impatto positivo sul mercato che non emerge in comunicazione; siete in fase di revisione del modello di business; volete essere competitivi producendo impatto pubblico. Lorenzo Marabini Edizioni LSWR - Modelli di Business https://www.edizionilswr.it/product-category/modelli-di-business/ https://www.dazeroalbrand.it/
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Autore del BLOGLorenzo Marabini consulente marketing e comunicazione, content media e video producer per Imprese e Territorio. Archivi
October 2022
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