Tra i vari punti programmatici esposti oggi in Senato dal presidente del Consiglio Conte ho apprezzato una grande sensibilità verso l’innovazione digitale intesa come portatrice di progresso sociale e benessere collettivo: “La società del domani sarà sempre più caratterizzata da Internet: uno spazio pubblico infinito, che facilita la produzione e l'accesso alla conoscenza, crea opportunità di innovazione, riduce la distanza tra i cittadini (…) sussiste un circolo virtuoso tra tutela dei diritti [cittadinanza digitale per tutti e tutela della privacy], uso della rete, inclusione sociale e crescita economica”. Oltre ad un implicito riferimento che immagino a “L’era dell’accesso” di Jeremy Rifkin (per l'inclusione sociale, il divario tra i connessi e non, ecc..), la sensibilità e cultura del premier si è manifestata anche per il riferimento esplicito a Philip Kotler. Ma non tanto riguardo alle strategie di marketing (P. Kotler è economista statunitense tra i massimi esperti mondiali di marketing: "Marketing Management", "Il futuro del marketing", etc..) ma in relazione al testo“Ripensare il capitalismo - soluzioni per un'economia sostenibile e che funzioni meglio per tutti” . Già il titolo la dice lunga. E' un’analisi dedicata ad un nuovo orizzonte del capitalismo che ora dovrà essere necessariamente più sano, sostenibile e.. a beneficio di tutti (anche delle stesse imprese!).
Ci vuole questa attenzione, perchè sul digitale l’Italia è indietro, molto indietro! Per questo speriamo proprio che con questo governo si possa inaugurare un nuovo percorso di innovazione per la prosperità sociale, quindi culturale ed economica! Solo qualche giorno fa a Palazzo Mezzanotte (Palazzo della Borsa) si è tenuto l’incontro "Beni e Attività culturali: la roadmap per l'innovazione digitale”, un’esposizione sui risultati di un’indagine a cura dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali (collaborazione tra il Politecnico di Milano e Osservatori.net). Già la location è stata tutto un programma e a dare il benvenuto è stato Andrea Monzani, Responsabile Comunicazione Borsa Italiana... così, tanto per ricordarci che in fondo - come ha ribadito anche Stefano della Torre, Membro del comitato scientifico Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali - “i mecenati del Rinascimento erano banchieri e i beni culturali hanno sempre avuto il compito di fare incontrare le persone, ma anche le risorse e valorizzare un territorio”. Allora occorre facilitare gli investimenti nella trasformazione digitale nei beni e attività culturali proprio per contribuire ad apportare ulteriore valore al sistema. Ma l’Italia non registra un ritardo nella trasformazione digitale soltanto in ambito pubblico, purtroppo è molto in ritardo anche tra le imprese private (da DESI, Digital Economy and Society Index). Allora anche le imprese private devono investire di più, perchè è ormai evidente la fortissima relazione tra fattore ICT, produttività e crescita (risultati Confindustria Digitale e Osservatorio Agenda Digitale, Milano, 2014)!
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Autore del BLOGLorenzo Marabini consulente marketing e comunicazione, content media e video producer per Imprese e Territorio. Archivi
August 2023
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